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Tramonti ramati della mia terra

Vivevo nello splendore di colori senza pari
e mi portarono in una macchia
di nome città.
Qui c'è il lievito per la tua vita mi dissero
e le tinte delle mie montagne divennero asfalto
i roseti di stelle lampioni.
La gioventù vestita da sposa
si arrotolò con i sogni
lentamente prima, velocemente poi
in un gomitolo senz'anima.
Ora l'acqua del fiume è quasi al mare
e alla fonte poche gocce salate
martellano come pallottole
il cuore in esilio.
dov'è la libertà
se un uomo non può vivere dov'è nato?
se non può morire dov'è nato?
Un continuo vento cancella
vibranti graffiti di ricordi
battaglie senza gloria.
E domani?
Sospiri vittoriosi potranno ancora
crescere verdi per ricominciare?
Oppure ogni giorno sarò notte?
Tempo lasciami almeno l'onda del pensiero
che ogni sera mi riporta in un mondo di fiori,
trova pace e piange di gioia
tra le tombe degli avi
sfiorate dai tramonti ramati
della mia terra.

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